Mi piace chiacchierare con le persone, sentire le loro storie e dire le mie. Quando poi si tratta di raccontarsi una ricetta, appizzo subito le orecchie, e se posso mi appunto tutto 🙂 E così è stato per questa preparazione di rafano sott’aceto, (complice anche il periodo di conserve e invasettamenti vari), velocissima da realizzare, ma molto curiosa, io non la conoscevo prima. Il portatore di questa ricetta è il nostro amico Luca, che ha insistito più volte a non chiamarla appunto ricetta, e io mi atterrò alla sua indicazione. Questa ‘preparazione’, o salsina al rafano, viene dalla sua nonna romana, e loro la usano per insaporire carni e pesci dietetiche, oppure aggiunta sugli involtini al pomodoro. Gli ingredienti sono ad occhio (perchè semplicissimi), e il rafano a Roma l’ho trovato al banco di Campo de’ Fiori di frutta e verdura etnica di fronte al famoso fornaio ( quello che vende pure il rabarbaro). Siccome il rafano è un ingrediente diffuso nella cucina giapponese, ho fatto questo azzardo, e la preparazione di rafano sott’aceto della nonna romana di Luca la troverete anche nella categoria cucina giapponese 😀
Ingredienti: una radice di rafano, aceto di vino bianco.
La radice di rafano va sbucciata con un pelapatate, e va poi grattuggiata in una ciotola. Attenzione, che questa operazione vi farà lacrimare molto, quindi eventualmente terminatela in più fasi. In barattolini di vetro sterilizzati mettere il rafano grattuggiato, coprire con l’aceto di vino, e chiudere. Conservare in frigo. Questa conserva di rafano è molto forte, sopratutto all’inzio. Piano piano comunque il piccante diminuirà, quindi potete decidere di usarla nel momento in cui il piccante del rafano si avvicinerà al vostro gusto.