Fave e pecorino romano rappresentano la tradizione di Roma e dintorni per questi prossimi giorni di festa, in particolare per la festa del primo maggio. Girando per i castelli romani, troverete banchetti che vendono fave fresche e pecorino romano da addentare con una bella fetta di pane casareccio, sempre dei castelli. Nella mia personale interpretazione da expat ci ho fatto un risotto.
Le fave sono fresche (trovate al mercato, chissà da dove vengono), il pecorino non è (ovviamente) romano, ma sapeva farsi addentare bene, il riso è un carnaroli italiano, di un’azienda agricola fuori Milano.
Viene fuori un risotto candido, dal gusto rotondo, dove il fresco delle fave incontra l’affumicatura della pancetta e si tuffa nel sapore del pecorino. Provato tiepido, il risotto ha dato il meglio di sè: in bocca si distinguevano nettamente tutti i sapori che lo componevano. Una coccola primaverile, che noi ci siamo concessi per il pranzo della domenica.
Ingredienti per 2: 500 gr. di fave fresche da pulire (circa 150 gr. di fave pulite), 200 gr. di riso superfino carnaroli, 1 cipollina fresca, una manciata di dadini di pancetta stesa affumicata, olio e.v.o., 2 dita di vino bianco secco leggermente fruttato (per me Riesling), 1 litro di brodo vegetale aromatico, un pezzetto di pecorino di qualità.
Preparate il brodo vegetale con un litro d’acqua fredda, 1 carota pelata e fatta a tocchetti, una cipolla spellata, tagliata a metà per orizzontale, in cui avrete infilato un chiodo di garofano, qualche grano di pepe nero, un centimetro di zenzero fresco tagliato in 4, una costa di sedano con le sue foglie tagliato a tocchetti, 2 spicchi d’aglio, spellati e tagliati a metà. Mettete tutto sul fuoco, portate a bollore dolcemente, salate con sale grosso integrale, e fate sobbollire circa 15 minuti. Poi filtrate.
Dopo aver capato le fave, sbollentatele 3 minuti in acqua bollente, passatele subito in acqua fredda per bloccare la cottura e preservarne il colore. Se volete potete spellarle, io le ho lasciate intere. Tagliate a dadini molto piccoli il pecorino e tenere da parte.
Per il risotto, tagliuzzate finemente la cipolla fresca, mettete nella casseruola con 2 cucchiai d’olio e i dadini di pancetta, coprite e fate soffriggere a fuoco bassissimo. Dopo circa 5 minuti togliete il coperchio, alzate un po’ la fiamma, aggiungete il riso, e girando con un cucchiaio di legno fatelo tostare 2-3- minuiti, fino a quando i chicchi non avranno tutti i contorni trasparenti. Versate il vino e fate evaporare. Ora cominciate la cottura aggiungendo un mestolo di brodo molto caldo (tenetelo sul fuoco con la fiamma bassa per mantenerne il calore). Girate dolcemente un po’ ma lasciate che il riso assorba l’acqua senza smuoverlo troppo. Quando vedete che il liquido comincia a scarseggiare, aggiungete un altro mestolo di brodo e girate un po’, e così via fino a cottura del riso (almeno 15 minuti). Togliere dal fuoco il riso quando è ancora un po’ al dente, fino che continuerà a cuocersi nel suo calore per altri 5 minuti.
Aggiungete i dadini di pecorino per mantecare il risotto, girando dolcemente sempre col vostro cucchiaio di legno. Aggiungete anche le fave, girate ancora e poi fate riposare il risotto per 5 minuti. Portate in tavola e mangiate subito.
Ieri mi sono deliziata capando le fave sulle note del Valzer dei fiori di Tchaikovsky, non male per nulla.
Di ricette con le fave:
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Pasta con ricotta, piselli e fave di tre anni fa
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